Buongiorno e ben risvegliati!
La parola giapponese Ikigai può essere tradotta come “ciò per cui vale la pena vivere”.
Immagina di centrare le tue giornate su ciò che davvero conta per te, su ciò che ti dà l’energia e l’entusiasmo di affrontare ogni nuovo giorno. Questa è la condizione migliore per esistere: vivere in armonia con una volontà cosmica che ci ha immaginati e voluti.
Vivere il proprio Ikigai è una gioia immensa, una fonte continua di soddisfazione e realizzazione.
L'ikigai ci insegna ad allenarci emotivamente al piacere, curando la quotidianità con piccoli, ma grandi gesti, fissandoci obiettivi giornalieri, perché la vita non è che il risultato della somma dei singoli giorni, ed ogni giorno deve essere celebrato (presenza mentale e consapevolezza proprio come nello Yoga)
Similmente si può accostare il concetto di Santosha: nella tradizione yogica, è considerato sia un atteggiamento che uno stato di profonda pace interiore.
Attraverso la pratica di santosha, lo yogi viene liberato da brame e desideri e può perseguire la propria vocazione senza temere le manipolazioni esterne. Questa è considerata una parte essenziale dello sviluppo spirituale
Dalla contentezza (scaturisce) la felicità suprema.
– Yoga Sutra di Patanjali, II.42
Santosha è il secondo niyama (“disciplina”) descritto negli Yoga Sutra di Patanjali. Il termine deriva dal sanscrito sam, che significa “completamente” o “del tutto”, e tosha, che significa “soddisfazione” o “accettazione”.
Questa pratica è caratterizzata da un generale appagamento verso la propria vita e al contempo una mancanza di desiderio verso ciò che gli altri hanno.
La “contentezza” di santosha non significa sedersi pigramente e rinunciare alla necessità di fare qualsiasi cosa. Al contrario, ci insegna ad accettare e apprezzare ciò che abbiamo e ciò che siamo già, e da lì andare avanti.
Ci vediamo stasera per praticare insieme!
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