Buongiorno e ben risvegliati!
Oggi è venerdi ed abbiamo più tempo a disposizione per dedicarci ad altro, oltre la routine quotidiana: si avvicina il fine settimana!
Oggi parliamo degli 8 passi dello Yoga secondo Patanjali:
Yama – Precetti morali universali o astensioni
Niyama – Prescrizioni o osservanze personali
Asana – Posture del corpo
Pranayama – Tecniche di respirazione per il controllo ed espansione del Prana
Pratyahara – Ritrazione dei sensi dagli oggetti
Dharana – Concentrazione
Dhyana – Meditazione
Samadhi – Congiunzione con l’oggetto della Meditazione o Unione con il Divino
Anzitutto è bene specificare come ciascuno di questi 8 stadi (definiti anche “rami” o “membra”) sia uno propedeutico all’altro nonostante nessuno sia più o meno importante di un’altro.
Di fatto tutti devono essere praticati in egual misura.
Infatti è come se ognuno degli 8 passi rappresentasse un gradino di una scala che conduce alla piena completezza dell’individuo…
Se preferisci immagina di percorrere un Sentiero a 8 tappe ma ricorda che, lungo questo cammino, non sono ammesse scorciatoie!
Si tratta di 8 linee guida che ci aiutano a raggiungere la piena consapevolezza in modo da vivere un’esistenza in pace con noi stessi e con l’intero Universo.
In sostanza, attraverso il Sistema degli 8 stadi elaborato da Patanjali, il praticante potrà percorrere il Sentiero del risveglio spirituale e raggiungere la liberazione dalle limitazioni inflitte dalla mente e, di conseguenza, scoprire il proprio vero Sé.
Ma ora scopriamo, uno ad uno, quali sono gli 8 passi dello Yoga.
In particolare ci soffermeremo su Pratiyahara (ritrazione)
La parola Pratyahara deriva da due termini sanscriti: “praty” che significa ” via da” e “ahara” che significa “tirare”. Il termine Pratyahara indica quindi la capacità di distaccare i sensi dal loro oggetto di desiderio.
Il Pratyahara viene spesso tradotto come controllo o ritrazione dei sensi. il simbolo del Pratyahara è la tartaruga. Così come questo animale ritira gli arti e la testa all’interno del suo guscio, noi ritiriamo i sensi del mondo esterno portando tutta la nostra attenzione al mondo interiore.
Viviamo in una società in cui i nostri sensi sono costantemente stimolati sia direttamente che indirettamente. Direttamente attraverso le campagne pubblicitarie, indirettamente grazie ai social network che ci propongono modelli di vita basati sull’appagamento dei sensi e sull’apparire.
Durante il Pratyahara, i cinque sensi non saranno più diretti verso l’esterno, ma andranno a indagare le informazioni che sono dentro di noi, facendole poi emergere sotto una nuova consapevolezza.
Ci sono diverse pratiche per imparare a controllare i sensi: digiunare, shanmukhi mudra, disintossicarsi dal cellulare e dai media per tot ore ogni giorno, allontanare le cattive abitudini, praticare il massaggio vocale con il proprio insegnante.
Con il Pratyahara si passa dall’aspetto esteriore dello Yoga (Bahiranga) e identificato nei primi 4 anga: Nyama, Yama, Assana e Pranayama; a quello interiore (Antara Anga) a cui corrispondono Dharana, Dhyana e Samadhi.
Il Pratyahara è una pratica fondamentale per il benessere psicofisico. Infatti una volta riusciti ad “addomesticare” i nostri sensi, la mente risulterà più calma e lucida, la ricerca del piacere sarà indirizzata verso il benessere interiore, meno effimero rispetto al benessere materiale. Diventiamo così più stabili mentalmente, fisicamente ed emotivamente. Soprattutto ci sarà dato capire che la soddisfazione compulsiva dei sensi non porta ad una felicità duratura e che il controllo dei sensi è un passo verso la libertà interiore.
Stasera praticheremo un pranayama specifico:
Shanmukhi Mudra è un Hasta mudra o Gesto/sigillo della mano yogico. Per semplificare il significato di questo mudra, lo scomponiamo in parole semplici.
La parola Shanmukhi Mudra è composta da tre parole diverse.
Shan – La parola significa “Sette."
mukhi – Questa parola rappresenta “facce" o "cancelli "
mudra - la parola "mudra" è usato per descrivere Gesti delle mani o sigilli.
In Shanmukhi Mudra, chiudiamo le sette porte in modo che possiamo ritirarci dai nostri organi sensoriali.
Queste sono 2 narici, 1 bocca, 2 orecchie e 2 occhi.
Naso – Per bloccare l'odore,
Bocca per bloccare gusto e tatto,
Orecchie per bloccare l'udito,
e gli Occhi per bloccare la vista.
Durante la pratica Shanmukhi Mudra, chiudiamo o impediamo a questi organi sensoriali di assumere il loro nutrimento. Mentre pratichiamo questo mudra, chiudiamo tutti questi organi e ritiriamo i nostri sensi.
Generalmente eseguiamo il Shanmukhi Mudra mentre siamo seduti in una comoda posizione meditativa o sdraiati Shavasana.
Buona pratica.
Fonte: Yoga Formazione
Foto: Sankalpa Semefiore
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